Congresso XIX documento 2

Definitivo – Direttivo CGIL, 20 giugno 2022 14 immane di risorse, oltre che fonte di pericolo, distruzione e morte. Su questo non bastano le parole: bisogna incoraggiare azioni dirette, come quella dei lavoratori portuali, che hanno scioperato e si sono rifiutati di far partire le armi dai porti. Nella lotta per la salvaguardia del pianeta, bisogna valorizzare il rapporto e la convergenza con i movimenti, in particolare quello di Fridays For Future (FFF). La Cgil deve essere parte di questa radicalità, facendo della difesa degli interessi del lavoro occasione per un cambiamento complessivo della società, pretendendo politiche pubbliche basate su un nuovo modello di sviluppo. Bisogna ristrutturare le produzioni inquinanti, utilizzando tecnologie di ultima generazione, riconvertire gli impianti irrecuperabili, fonte di inquinamento e morte, nazionalizzandoli sotto il controllo di chi ci lavora e bonificando i siti e i territori. In particolare dobbiamo rivendicare il rilancio dell'ex Ilva, ripartendo dal suo risanamento tecnologico e ambientale, per farlo diventare un modello di transizione verso processi produttivi che abbattano l'inquinamento, per esempio con i forni elettrici, al tempo stesso salvaguardando i livelli occupazionali. Dobbiamo opporci alle privatizzazioni e lottare per la difesa e la ripubblicizzazione dei beni comuni, a partire da quelli essenziali come l’acqua. Dobbiamo contrastare il DDL Concorrenza, che apre una nuova stagione di privatizzazioni dei servizi e tenta di azzerare l'esito del referendum del 2011, già ampiamente disatteso. Va sostenuta invece la legge nazionale per la ripubblicizzazione del servizio idrico, avversata dai vari governi succedutisi dopo la vittoria referendaria. Va fermato il progetto delle grandi multi-utilities quotate in Borsa di espansione anche al Sud (in primo luogo IREN, A2A, HERA e ACEA), già principali gestori nel Centro-Nord. È fondamentale sostenere l’iniziativa nazionale e territoriale per arrivare alla gestione pubblica, tramite Enti di diritto pubblico, nel servizio idrico e non solo, dai rifiuti alla distribuzione del gas e dell’energia elettrica, attraverso strumenti come l'azienda Speciale che consente il mantenimento della contrattazione di Settore. Bisogna investire su energie rinnovabili e idrogeno verde, riduzione dell’inquinamento e del consumo di territorio, ciclo integrato, pubblico e ecocompatibile dei rifiuti in un’ottica di progressiva riduzione degli stessi a partire dai cicli produttivi e di imballaggio. Bisogna difendere, tutelare e valorizzare la bellezza di questo paese, il suo immenso patrimonio paesaggistico, artistico, culturale e archeologico diffuso nel territorio e ricondurre alla gestione pubblica il mondo dell’arte, del restauro, della cultura e dello spettacolo, sempre più in mano a privati e cooperative, turismo di massa, sovraintendenze, fondazioni e lobby politiche, che ne deprimono la qualità e la fruizione, anche tagliando diritti e condannando chi lavora a precarietà, lavoro nero e gratuito, gavette infinite e la mancanza strutturale di ammortizzatori sociali, emersa in modo drammatico durante la crisi sanitaria. La Cgil promuova finalmente, insieme ai movimenti radicati in questo mondo, una mobilitazione generale sul settore, a partire dagli Stati Generali dell’arte, della cultura e dello spettacolo tante volte annunciati e mai realizzati, per dare a questo settore strategico del paese una prospettiva sia di valorizzazione e investimento pubblico che di tutela dei diritti di chi ci lavora. 7.2 Per un nuovo modello di circolazione e trasporto Il paese ha un divario infrastrutturale che lo spacca in tre parti, il Nord, il Sud e la fascia tirrenica. Le inefficienze si scaricano principalmente sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici. I vari strumenti di pianificazione infrastrutturale degli ultimi anni hanno fallito, anche considerato l’alto tasso di infiltrazioni mafiose e corruzione. L’eccessiva burocrazia e il sistema degli appalti rendono farraginoso l’affidamento e l’esecuzione delle opere programmate. I tempi medi di realizzazione di un’opera da 100 milioni sono valutati in circa 15 anni, un ritardo che moltiplica il divario tra le diverse aree geografiche, compromettendo i processi di sviluppo. Bisogna affrontare il tema del trasporto e delle reti infrastrutturali per rendere esigibile su tutto il territorio il diritto a circolare, sancito dall’art. 16 della Costituzione, affrontando i problemi strutturali da sempre esistenti e quelli derivanti dai profondi cambiamenti avvenuti in questi anni: gigantismo navale, alta velocità, e-commerce, digitalizzazione dei processi di tracciamento delle spedizioni, logistica, riders e tutto quel precariato ad altissimo sfruttamento. Nel trasporto aereo le compagnie low cost hanno modificato radicalmente il modo di viaggiare, scaricando il prezzo sui lavoratori e sulle lavoratrici del settore. Nel trasporto pubblico locale si sono affermate logiche di

RkJQdWJsaXNoZXIy NTczNjg=