Questo nostro Congresso deve far camminare insieme l’elaborazione e il pensiero con l’azione sindacale concreta nei luoghi di lavoro, nel territorio, nel Paese. Nella seconda parte di questo documento saranno indicati temi che completano ciò che la CGIL considera fondamentale per i prossimi 4 anni, con il dettaglio di proposte e obiettivi che si chiede al Congresso di discutere e di definire. La novità che proponiamo al Congresso di sperimentare è quella di indicare contemporaneamente delle azioni prioritarie su cui impegnare le Categorie e le Camere del Lavoro ad aprire vertenze, costruire iniziative di mobilitazione che accompagnino la nostra discussione nel rapporto con le delegate e i delegati, le attiviste e gli attivisti, le Leghe dello SPI anche in applicazione delle decisioni assunte alla nostra Assemblea Organizzativa. L’impatto indotto dalla pandemia, e ora dalla guerra in Ucraina, sta creando nel Paese una vera e propria emergenza sociale. I dati sull’occupazione delle donne, dei giovani e del Mezzogiorno, nella loro crudezza, sono una denuncia dell’emergenza sociale che viviamo. Nel 2021 il tasso di occupazione femminile era al 49,4%; per le giovani donne (15-24 anni) al 13,5% mentre nella fascia 15-34 era del 34,8% e il 44,6% delle donne tra i 15 e i 64 anni era inattivo. In questi anni in Italia è inoltre aumentato il part time involontario che coinvolge quasi 3 milioni di persone (delle quali oltre i ⅔ sono donne) e con un tasso tra i più alti dell’Unione Europea (62,8% nel 2021). Per i giovani il tasso di occupazione, nella fascia di età 15-24 anni, nel 2021 arrivava solo al 17,5% e il tasso di inattività al 75,1%, mentre nella fascia 15-34 anni il tasso di occupazione era al 41% e quello di inattività al 50,1%. La fotografia del Mezzogiorno riduce tutti gli indicatori. È qui che si concentra il maggior numero di giovani che hanno smesso di cercare lavoro e di studiare e quelli che decidono di lasciare il nostro Paese. Inoltre, i dati sulla ripresa economica realizzata nella fase di rallentamento della pandemia, rivelano che la crescita dell’occupazione dipendente interessa prevalentemente la componente a termine per oltre il 90%. Nel mese di marzo 2022 si registra il livello di occupazione precaria più alto dal 1977 (quasi 3,2 milioni di persone). Molti dati ci dicono che la massa salariale del nostro Paese ha subito un vero e proprio crollo: nel 2020, rispetto al 2019, nell’UE cala del 2% mentre in Italia del 7,3%. Nel 2021, invece, mentre in Italia non si è ancora recuperato il livello della massa salariale del 2019 (-0,1%), nell’UE si registra un importante incremento del 3,7%. Ciò produce una drastica riduzione della domanda interna. L’aumento dei prezzi di beni e servizi fondamentali si riversano sui redditi più bassi, rischiando di ampliare le disuguaglianze e di far crescere la povertà. Non si fanno da tempo politiche industriali nei settori strategici decisivi per il futuro del Paese. Le scelte ed i contenuti dell’azione di Governo, fino ad ora messe in campo, in assenza di un confronto strutturato con le organizzazioni sindacali, su salari, fisco, contrasto alla precarietà, politiche industriali, qualità dei servizi pubblici, non sono state in grado di rispondere a quella che è sempre più una vera emergenza sociale. LE 5 AZIONI PRIORITARIE Sono cinque le azioni prioritarie che proponiamo diventino vertenze diffuse per dare risposte adeguate alle lavoratrici, ai lavoratori, alle pensionate e ai pensionati che stanno subendo un netto peggioramento delle loro condizioni materiali. AUMENTARE I SALARI E RIFORMARE IL FISCO 8
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