ed organizzativa “di chiusura” degli spazi di democrazia e di libertà. C’è una contraddizione di fondo mai superata tra la libertà della persona, del cittadino, e il diritto di proprietà, che spesso nega alle lavoratrici e ai lavoratori il diritto di perseguire, anche nel lavoro, la realizzazione di sé, di conseguire attraverso di esso la propria indipendenza, di partecipare alle decisioni che si producono nei luoghi di lavoro. È per questo necessario con la contrattazione conquistare spazi di codeterminazione, fondati sul diritto all’informazione preventiva ed al diritto di proposta, sul diritto alla conoscenza ed alla formazione, alla mobilità professionale verso l’alto, all’eguaglianza di opportunità fra i soggetti ed i generi. Questa è la via di una partecipazione negoziata da realizzare nella fase di progettazione dei cambiamenti e delle scelte strategiche. Proponiamo un’idea dell’impresa come un sistema nel quale tutti i soggetti possono essere protagonisti attivi. In cui si supera il modello del comando unico ed esclusivo dove il sindacato è ammesso solo se assume a prescindere gli obiettivi dell’impresa. Per questo contrapporre il “sindacato conflittuale” e il “sindacato partecipativo”, come due modelli antitetici, non ha assolutamente alcun senso, perché questi due momenti sono sempre necessariamente intrecciati e l’uno rinvia all’altro. Il loro equilibrio può, di volta in volta, variare a seconda delle situazioni concrete, delle scelte degli attori in campo, dei rapporti di forza. Il punto chiave delle relazioni sindacali è riconoscere che l’impresa è un sistema sociale complesso nel quale convivono diversi punti di vista, diverse soggettività e se dunque si possa aprire uno spazio di negoziazione che renda possibile la definizione di un punto di equilibrio. Le nostre radici e l’esperienza di sindacato confederale ci permette di indicare con chiarezza un modello sindacale e di relazioni industriali fondato quindi sulla rappresentanza, la democrazia e la contrattazione. Per questo proponiamo di dare vita a una stagione di elezioni generalizzate delle RSU e di sperimentare, nelle imprese con meno di 15 dipendenti, forme di rappresentanza eletta dalle lavoratrici e dai lavoratori a livello territoriale, di zona e di bacino. Inoltre, per ampliare i luoghi della confederalità e dare impulso alla contrattazione inclusiva, si possono sperimentare nel territorio coordinamenti unitari, di sito e di filiera, di delegate e delegati. La democrazia è la condizione per una nuova e vera unità sindacale. Non pensiamo ad un sindacato unico. Pensiamo ad un sindacato democratico, autonomo e pluralista che garantisca alle iscritte e agli iscritti alle organizzazioni sindacali, e a tutte le lavoratrici ed i lavoratori, il diritto di validare, attraverso il voto, le piattaforme e gli accordi sindacali che li riguardano: aziendali, di gruppo, territoriali, nazionali. È giunto il momento di riunificare, nei Contratti Nazionali di lavoro, le tutele e i diritti di tutte le forme di lavoro e costruire proposte che consentano la riduzione del numero dei contratti e un loro accorpamento anche riducendo, così, il dumping contrattuale. Nello spirito degli accordi interconfederali e delle convenzioni, fin qui stipulate, consideriamo necessario un provvedimento legislativo di sostegno alla contrattazione collettiva, al diritto delle lavoratrici e dei lavoratori di eleggere le Rsu e di validare, tramite il voto, le piattaforme e gli accordi che li riguardano; che dia validità erga omnes sia agli aspetti economici che agli aspetti normativi dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, certificando la rappresentanza delle parti che li stipulano. Per la CGIL la concertazione, per ciò che riguarda i rapporti con il Governo ed il sistema delle imprese, rimane un importante metodo che presuppone obiettivi condivisi e non un fine dell’agire sindacale. Non vediamo oggi le condizioni di un generico patto sociale e di un’indistinta concertazione. È il momento di proseguire la mobilitazione unitaria a sostegno delle piattaforme costruite insieme a CISL e UIL per realizzare accordi con il Governo e con le controparti che superino la precarietà e creino lavoro stabile e ci facciano uscire da una vera e propria pandemia salariale; per una vera riforma fiscale e previdenziale, per nuove politiche energetiche, industriali e di sviluppo. IL RISCATTO DEL LAVORO PER RICOSTRUIRE L’ITALIA 7
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