Congresso XIX documento 1

Una riforma dell’architettura istituzionale non può prescindere da una revisione della governance economica, a partire dal superamento del Fiscal Compact e del Patto di stabilità e crescita, accompagnando i Trattati con un Protocollo per il progresso sociale che sancisca la prevalenza dei diritti sociali sulle libertà economiche. Occorrono regole omogenee sul piano fiscale, eliminare i paradisi fiscali e rafforzare il bilancio europeo, attraverso un aumento considerevole delle risorse proprie. Inoltre, dopo l’approvazione del Piano di Ripresa e Resilienza (Next generation EU), occorre dare vita a strumenti finanziari di mutualizzazione del debito (eurobond), quale condivisione dei rischi, e a politiche monetarie non convenzionali a sostegno delle politiche industriali europee in settori strategici, quali le tecnologie digitali orientate alla sostenibilità ambientale e alla riconversione energetica verso le fonti rinnovabili. Si può pensare, ad esempio, ad uno strumento sul modello del PNRR, ad esempio un nuovo recovery, che acceleri i processi di decarbonizzazione e che favorisca gli investimenti finalizzati alla riconversione industriale e alle fonti rinnovabili. La CGIL è impegnata per migliorare le proposte di iniziativa legislativa in ambito europeo su salari minimi e contrattazione, lavoro delle piattaforme, trasparenza salariale, equilibrio vita/lavoro e per rivendicare la piena attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali. SINDACATO E SISTEMA POLITICO Da tempo è aperta nel Paese una crisi di rappresentanza e di partecipazione democratica dovuta al fatto che le strade della politica e del sociale si sono divaricate e non si è ancora ricostruita una relazione. Viviamo un profondo cambiamento sociale, politico, economico e di rapporti tra le persone che sta sconvolgendo i valori e le identità. È una questione che riguarda anche il sindacato. Per questo democrazia, rappresentanza, contrattazione sono fulcro della nostra iniziativa fondate sul ruolo delle delegate, dei delegati, delle attiviste e degli attivisti delle leghe dello SPI. Vi è una crisi della politica che ha messo in discussione la fiducia, l’identità e lo stesso significato delle parole, che va affrontata in tutta la sua profondità. Ad esempio, la parola sinistra non sta più ad indicare la centralità del lavoro. Questo ha contribuito a cambiare la composizione sociale delle forze di sinistra lasciando scoperto tutto il territorio delle vecchie e nuove povertà e delle vecchie e nuove forme di sfruttamento. Ed in questo contesto hanno preso forza le pulsioni del populismo perché c’è un mondo sociale, sempre più vasto, senza voce e senza rappresentanza. È nostra convinzione, che proprio sulla grande questione del lavoro, si sia realizzata la maggior rottura tra la rappresentanza sociale e la rappresentanza politica tutta. Si è cancellata la centralità e la cultura del lavoro e non lo si è più pensato come soggetto collettivo. La crisi del lavoro è la crisi della sinistra. In secondo luogo si è affievolito il carattere alternativo dei programmi tra schieramenti diversi. E questo lo si è visto su molti temi e in diverse circostanze: ad esempio sulla precarietà del lavoro, sulla riforma delle pensioni, che ancora oggi grava sulle spalle di tutti, e storia più recente, sulle misure fiscali. La politica deve tornare a rappresentare la cultura del lavoro e gli interessi materiali delle lavoratrici e dei lavoratori. Deve superare la frattura sociale esistente. Ricostruire la rappresentanza e la partecipazione è un terreno fondamentale per dare nuova linfa alla stessa democrazia e agli stessi partiti. Noi vogliamo ambire a riunificare il mondo del lavoro, condizione imprescindibile per affermare una nuova cultura politica, fondata sulla centralità della libertà nel lavoro e dei suoi diritti e sulla capacità di affermarla nei luoghi di lavoro e nel territorio in cui si vive. Il nostro obiettivo non è essere il sindacato di opposizione o di governo. Il compito delle organizzazioni sindacali, nella loro totale autonomia, è quello di sviluppare con forza un’azione di pressione, di critica e di sfida progettuale nei confronti del sistema politico preso nel suo complesso, senza rapporti privilegiati e senza collateralismi. 5

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