solidarietà internazionale contro gli attacchi alla democrazia e ai diritti. Continueremo a impegnarci per una pace giusta in Israele-Palestina, chiedendo l'applicazione del diritto internazionale. Il sindacato in Europa ha un grande compito da svolgere ed è chiamato a costruire le condizioni per una nuova unità del mondo del lavoro e per affermare una nuova qualità dello sviluppo fondata sulla pace, la cooperazione tra i popoli, la qualità del lavoro e delle produzioni, un sistema sociale in grado di garantire benessere. IL NUOVO ORDINE MONDIALE TRA PANDEMIA E GUERRA Siamo al collasso di un sistema sul quale fragilmente si è retto l’ordine mondiale. Come può il mondo del lavoro affrontare il suo rapporto con tutto ciò che succede a livello internazionale? Con che strumenti le lavoratrici e i lavoratori possono interagire a livello globale per un progetto comune? Su questi punti dobbiamo essere sfidanti e costruire un’iniziativa internazionale in grado di rispondere a queste esigenze, in linea con i bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori. Per la complessità e l’urgenza di queste sfide globali, la CGIL continua il lavoro di alleanze e riflessioni per l’elaborazione di richieste e proposte alle istanze sindacali europee e internazionali e il rafforzamento di un’agenda sindacale europea e globale progressista, recuperando in particolare il profilo sindacale della CSI, per dar voce e rappresentanza alle periferie del mondo dove persistono ancora fenomeni intollerabili come il lavoro nero, il lavoro sfruttato, l’informalità senza diritti, la persecuzione di leader sindacali e la repressione della libertà di associazione da parte di regimi autoritari. Il contesto internazionale nel quale ci troviamo è noto. La crescita esponenziale dell’incertezza deprime i consumi e gli investimenti con effetti pesanti sul PIL e sull’occupazione. La prospettiva è quella di una consistente riduzione dei tassi di crescita, se non di una vera e propria recessione. Molti dati ci dicono che l’inflazione rimarrà oltre il 6% per tutto il 2022 con un effetto assai pesante sul potere di acquisto dei salari e delle pensioni. L’interruzione del commercio internazionale, l’aumento delle tensioni sui mercati dell’energia e delle materie prime, sommandosi ai problemi già emersi con la pandemia, stanno destabilizzando le catene globali del valore e stanno mettendo a rischio intere filiere industriali. Inoltre, la contrazione delle esportazioni e delle importazioni sta producendo una gravissima crisi alimentare che colpisce in particolare i Paesi già in difficoltà come, ad esempio, quelli del continente africano. La crisi afghana e ancor di più l’arrivo di ormai quasi 5 milioni di rifugiati dall’Ucraina hanno messo ulteriormente in evidenza le contraddizioni delle politiche dei Governi, in particolare di quelli dell’Unione Europea, relativamente alle politiche migratorie. Il Patto Europeo su immigrazione e asilo è il tentativo esplicito di cancellare il diritto d’asilo e di criminalizzare l’immigrazione e la solidarietà. La CGIL rifiuta le pratiche dei respingimenti e dei centri di detenzione, le chiusure dei porti e delle frontiere che caratterizzano la visione securitaria dell’Unione Europea. Chiediamo che alla prossima scadenza non venga riconfermato il memorandum Italia-Libia. Vogliamo un’Europa capace di reali politiche d’integrazione. La CGIL, in tal senso, conferma il suo impegno per la ratifica, la promozione e il monitoraggio – soprattutto nei Paesi in via di sviluppo – degli standard internazionali del lavoro, definiti dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, oltre che per l’adozione di norme sulle nuove forme di lavoro. Questo passa anche tramite una nuova stagione di accordi commerciali, in particolare con i Paesi africani, basata sul raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, degli obiettivi climatici e sul rispetto dei diritti fondamentali del lavoro, a partire dalla partecipazione delle parti sociali nel loro monitoraggio. In tal senso, continueremo il nostro impegno per richiedere finanziamenti alla cooperazione e allo sviluppo volti al raggiungimento di tali obiettivi. La CGIL ritiene non rinviabile una profonda revisione dei trattati europei, come emerso nelle conclusioni della Conferenza sul futuro dell’Europa e come affermato con forza nel documento unitario redatto da CGIL, CISL e UIL in preparazione della Conferenza: occorre dare potere legislativo al Parlamento europeo, superare il meccanismo decisionale basato sull’unanimità ed estendere gli ambiti di competenza delle istituzioni UE oltre gli attuali. 4
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