l’accesso alla pensione delle categorie più fragili, riconoscendo la diversa gravosità del lavoro e allargando la platea dei lavori usuranti e di coloro che svolgono lavoro notturno. Occorre valorizzare il lavoro delle donne, che hanno subito maggiormente il peso della riforma Fornero, e più in generale il lavoro di cura non retribuito e garantire ai giovani e a coloro che svolgono lavori precari e/o discontinui, con retribuzioni basse, una pensione contributiva di garanzia valorizzando tutti quei periodi degni di tutela, come i periodi di inoccupazione legati a politiche attive, di formazione, di stage, di tirocinio, di studi universitari, di lavoro di cura, incentivando il versamento contributivo e il sistema pubblico, e dando garanzia di sostenibilità al nostro sistema previdenziale a ripartizione. E’ necessario inoltre eliminare i vincoli presenti nel sistema contributivo, che condizionano il diritto alla pensione al raggiungimento di determinati importi minimi del trattamento pensionistico, penalizzano il lavoro povero, discontinuo, i redditi medio bassi e soprattutto le donne e modificare l’attuale meccanismo automatico di adeguamento delle condizioni pensionistiche alla speranza di vita e sostenere il potere di acquisto delle pensioni in essere, attraverso la perequazione automatica e la quattordicesima, con l’allargamento della platea e l’innalzamento della misura. Infine occorre rilanciare le adesioni alla previdenza complementare negoziale, rendendola effettivamente accessibile anche a chi lavora nelle piccole imprese e ai giovani, attraverso l’avvio di un nuovo semestre di silenzio assenso e adesione informata, la riduzione fiscale sui rendimenti e un maggiore sostegno agli investimenti nell’economia reale del Paese da parte dei fondi pensione negoziali. 28
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