Va rivendicato, contrattato e rilanciato il valore di un forte Stato Sociale, solidaristico e inclusivo che garantisca diritti e tutele e rimetta al centro il ruolo del sistema pubblico nel dare risposte universali ai bisogni delle persone. Una società inclusiva fondata sul pieno riconoscimento dei diritti fondamentali non può prescindere da quelli civili e dal rispetto dei principi di laicità e autodeterminazione: vanno riconosciuti i diritti delle persone e delle famiglie LGBTQI+ e contrastata l’omolesbobitransfobia. La piena e universale accessibilità alle prestazioni sociali e sanitarie, al sistema di istruzione e formazione per tutto l’arco della vita, ai diritti sociali fondamentali non può essere una variabile dipendente dalla Regione in cui si vive o dalla propria condizione economica e non può essere oggetto di differenziazione territoriale come avverrebbe con l’autonomia differenziata. L’equilibrio tra unità e decentramento, deve essere guidato dal principio solidaristico e perequativo e non può condizionare l’esigibilità di un diritto e l’accessibilità a una prestazione che la Repubblica, attraverso la leale collaborazione tra i diversi livelli istituzionali, ha la responsabilità di assicurare in modo uniforme in ogni territorio. È necessario definire normativamente i principi fondamentali, che devono guidare le politiche pubbliche, e i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) che devono essere esigibili ovunque e adeguatamente finanziati dalla fiscalità generale in ragione dei fabbisogni da soddisfare e non della spesa storica. Non è più sostenibile un sistema di welfare che scarica sulla spesa privata delle famiglie i carichi di cura né un modello centrato prevalentemente sui trasferimenti monetari anziché su interventi e prestazioni. È necessario far rientrare nel perimetro pubblico le funzioni essenziali di tutela e protezione, e ricomporre la filiera dei diritti delle persone, superando i processi di esternalizzazione e privatizzazione. Tornare a investire nel sistema pubblico di protezione sociale e riportare le politiche sociali e sanitarie al corretto rapporto tra pubblico e privato anche rispetto al ruolo degli Enti del Terzo Settore e del No Profit, a partire dalla programmazione degli interventi, la cui azione non può essere mai sostitutiva, sono una priorità. Sanità Occorre rilanciare e dare forza a una vertenza nazionale, da articolare anche nei territori, per la difesa, il potenziamento e lo sviluppo della sanità pubblica, a garanzia del diritto universale alla salute. Riteniamo prioritario un forte investimento in termini organizzativi ed economici, anche straordinari e al di sopra della media europea in rapporto al PIL nella fase di riorganizzazione e rilancio, del Servizio Sanitario Nazionale per garantire il potenziamento dei servizi di prevenzione, ospedalieri e territoriali e l’esigibilità dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in modo uniforme in tutto il territorio nazionale e accrescere il finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale, anche consolidando e potenziando il trend di incremento registrato durante la pandemia per rispondere ai bisogni di salute e rendere strutturali le risorse previste dal PNRR. E' necessario che vengano coperte dallo Stato tutte le risorse spese dalle Regioni per il contrasto alla pandemia e per l'organizzazione delle vaccinazioni anti covid onde evitare il disavanzo di bilancio della maggior parte delle Regioni italiane, e il rischio connesso di ulteriori scadimenti delle tutele sanitarie per i cittadini e di privatizzazioni di servizi o prestazioni. Occorre inoltre definire un piano pluriennale di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turnover, investa nella formazione, con il definitivo superamento del tetto alla spesa del personale e del numero chiuso per l’accesso ai corsi universitari per le professioni sanitarie e alle scuole di specializzazione per i medici e garantire stabilità occupazionale e maggiori risorse alla ricerca sanitaria. E’ necessario contrastare i fenomeni della mobilità passiva e dei tempi d’attesa, potenziando strumentazioni e organici, rafforzando il rapporto esclusivo dei medici, rivedendo le modalità di erogazione delle prestazioni in regime di libera professione e superare inappropriatezze e 26
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