Congresso XIX documento 1

Nelle città si vivono forti contraddizioni e diseguaglianze sociali, economiche e di benessere. Sono quindi ambiti prioritari dove lavorare per vincere le principali sfide della sostenibilità, rispondere al bisogno primario della casa e centrali per l'economia urbana e fattori strategici dello sviluppo. È rilevante assegnare alle città metropolitane un assetto istituzionale che corrisponda al bisogno di governo di territori complessi, dinamici e decisivi per la sfida della competitività e della trasformazione del nostro paese. I filoni prioritari di investimento e di contrattazione, anche alla luce delle nuove norme urbanistiche e di rigenerazione, devono riguardare: il sostegno all’abitare, con un incremento dell’edilizia pubblica e sociale a saldo zero nel consumo di suolo; la riqualificazione degli edifici e delle aree degradate e delle periferie, promuovendo l’efficienza energetica e la sicurezza; la valorizzazione dello spazio pubblico e la bonifica dei siti civili e industriali, integrando le aree interessate nel tessuto urbano; la riorganizzazione e razionalizzazione del sistema infrastrutturale urbano; una gestione virtuosa dei rifiuti, con l’obiettivo di favorire il riciclo dei materiali; la riprogettazione in chiave tecnologica e di produzione intelligente, che consideri spazi e tempi in cui viviamo, in un’ottica di flessibilità. Inoltre è precondizione per garantire la sostenibilità ambientale il rafforzamento e gli investimenti nella mobilità collettiva. Le città e i territori hanno al centro i dati e la relazione tra questi ed i cittadini. Il sindacato confederale deve rivendicare il coinvolgimento sia nella riprogettazione dei luoghi che necessitano di connettività sufficiente, di protocolli adeguati di cybersecurity, di efficienza dei servizi della PA, di formazione per aumentare il livello di adeguatezza e consapevolezza critica del cittadino. Vanno previsti interventi normativi per facilitare la condivisione di dati privati e pubblici e per concedere alla PA territoriale un potere speciale di controllo e gestione dei dati a fini di pubblico interesse. Le reti digitali vanno considerate a tutti gli effetti opere pubbliche strategiche. Va negoziato territorialmente l’inserimento di clausole all’atto della concessione di autorizzazione per utilizzo delle reti e si deve poter negoziare gli algoritmi da cui dipende la gestione della cosa pubblica (mobilità, destinazione aree, assegnazione di organico alle strutture pubbliche ecc.). È necessario si diffonda la costruzione di piattaforme pubbliche dei dati generati dai cittadini. Nuove infrastrutture fisiche che rafforzino il passaggio di merci e persone dalla “gomma” al “ferro e all’acqua”, sono fondamentali per connettere territori e città: in questo senso oltre all’accelerazione sulle opere strategiche e alla manutenzione e ammodernamento delle reti esistenti, è necessario prestare particolare attenzione anche al recupero del gap infrastrutturale nel Mezzogiorno e per sviluppare le c.d. “trasversali” (aree interne). La vulnerabilità e fragilità del territorio amplificano le condizioni di rischio e i problemi di sicurezza, aggravati dagli effetti del cambiamento climatico. Un'emergenza che, oltre a accelerare e sostenere la ricostruzione delle aree colpite da eventi sismici, impone di agire sia in termini di mitigazione che di adattamento, rafforzando misure di prevenzione e di messa in sicurezza. Il problema non può che essere affrontato sulla base di una programmazione a lungo termine, ma è possibile la costruzione di matrici di priorità, come indicato dalla CGIL nella “Proposta per una Legge quadro per la riduzione dell’impatto delle calamità naturali, la qualità nelle ricostruzioni e la salvaguardia dai rischi”. Il tema della prevenzione associato alle bonifiche, delle oltre 16.000 aree contaminate può rappresentare un “progetto nazionale”, che crea occupazione in un obiettivo di medio periodo, generando anche processi di riduzione della disuguaglianza e di inclusione sociale, in un'ottica di sviluppo sostenibile del Paese. 4) Il lavoro pubblico come leva fondamentale dello sviluppo sostenibile. 22

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