rendere strutturali comitati nati per affrontare la pandemia come luogo di confronto e di assunzione di decisioni fra azienda e Rsu/Rsa e Rls, a tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori. Occorre dar vita a una campagna straordinaria di formazione rivolta ai responsabili aziendali, ai delegati e ai lavoratori presenti nel sito, che tenga conto dei rischi specifici e anche a fronte dei mutamenti tecnologici in corso e prevedere la formazione sulla sicurezza al momento dell’assunzione o con qualunque rapporto di lavoro. Inoltre è necessario rafforzare con risorse adeguate, sia per il personale che per le strutture materiali, la medicina del lavoro sul territorio, le attività di prevenzione e controllo, con un impegno condiviso INL/ASL.Va istituita una unica banca dati fra INAIL e INPS e gli altri soggetti interessati da mettere a disposizione di ispezioni e verifiche. E’ necessario attivare una campagna nazionale e territoriale su salute e sicurezza, a partire da specifiche piattaforme sulla prevenzione, attuare la Patente a Punti e introdurre l’aggravante in caso di colpa per morti sul lavoro. NUOVO MODELLO DI SVILUPPO SOSTENIBILE E POLITICHE PUBBLICHE PER LA PIENA OCCUPAZIONE. 1) La riconversione ecologica e digitale e dei sistemi produttivi: governo pubblico e strumenti della nuova politica industriale Ruolo dello Stato e del sistema pubblico. La riconversione ecologica sostenibilità e gli effetti della guerra porteranno con sé i segni di una nuova divisione internazionale del lavoro. Il rischio è una nuova polarizzazione, anche in conseguenza della de-globalizzazione. È un orizzonte da evitare perché porterebbe al fallimento della sfida climatica che è di fronte al pianeta. Il conflitto in Ucraina determina inoltre un diverso assetto della logistica, delle tecnologie e delle infrastrutture necessarie. Bisognerà, dunque ripensare al modello del paese e coniugare in modo nuovo le scelte di breve e di medio periodo. Si apre, dunque, una fase di ripensamento non solo del modello di sviluppo ma delle stesse caratteristiche di cui sarà portatore e degli obiettivi che dovremo sapere raggiungere di fronte a questi grandi cambiamenti. Per queste ragioni, lo Stato deve tornare ad occuparsi in maniera diretta e con nuovi strumenti regolatori del mercato. Il sistema pubblico dovrà essere, nelle funzioni strategiche del paese, il perno attorno a cui si rafforza il posizionamento competitivo del Paese. Inoltre occorre coordinare le politiche governate dalle amministrazioni centrali con quelle di specifica competenza delle istituzioni territoriali: soprattutto al Sud la trasformazione e innovazione dei sistemi produttivi in chiave sostenibile dovrà partire dagli indirizzi di specializzazione intelligente sostenuti dalle politiche di coesione, strutturalmente basate su approcci dal basso verso l’alto, che valorizzano cioè le vocazioni territoriali e di filiera. Nuove politiche industriali e di indirizzo e sostegno a processi di re-industrializzazione e di rilocalizzazione delle produzioni. Servono nuove politiche industriali e di sviluppo in Italia e in Europa e serve una Agenzia per lo sviluppo con un forte coordinamento dei diversi attori istituzionali per generare e ricostruire le filiere produttive, indicando le priorità e determinando le necessarie sinergie con il sistema della ricerca e il sistema produttivo e che sia dotata di un Fondo speciale per le transizioni. È necessario 19
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