12 V O C I D E L V E R B O A M A R E I l filo conduttore del film è rappresentato dalla storia dei due giovani futuri sposi (scene da girare) e dalle interviste a personalità del mondo scientifico e culturale e al pubblico generico (scene da girare). Il materiale di repertorio, alternato a queste scene, sarà la parte integrante e di commento dell’intero film…. Ecco, andare per le chiese e i municipi; scegliere una coppia, giovane, sana, umile e seguirla, nella sua antica festa sempre uguale… Penserei a un matrimonio popolare, in cui il senso «della vita sana che per quanto fittiziamente e poeticamente trionfa sulla vita tragica», ha più forza di convinzione: un bel giovane, una bella ragazza che vanno a sposarsi, lei vestita sommariamente di bianco, lui vestito sommariamente di nero, verso la chiesa povera del quartiere… coi gruppi dei parenti… se qualcuno glielo chiede, potrebbero darsi un bacio. E proprio così il film potrebbe concludersi: con questo rapido, casto bacio, il bacio finale dei buoni vecchi film. La saggezza sta nel mangiare tanti confetti all’amarena senza angoscia, nel saper stare sdraiati in costume con qualche chilo di troppo su una spiaggia affollata, rilassati e paghi del bacio del sole, nel saper reggere la vita che cresce e che si affolla: nella carne, nella gente che si accalca intorno, negli sguardi e nelle invadenze. La saggezza sta nel rimanere fermi e imporsi, nel saper essere ingiusti e crudeli verso ciò che si sa, nel saperlo dimenticare. Sta pure nel pretendere qualcosa per sé. A quanto pare, la saggezza sta negli altri. Ma davvero agli uomini interessa qualcos’altro che vivere? Tonino e Graziella si sposano. Del loro amore essi sanno soltanto che è amore. Dei loro futuri figli sanno soltanto che saranno figli. È soprattutto quando è lieta e innocente che la vita non ha pietà. Due ragazzi italiani si sposano. E in questo loro giorno tutto il male e tutto il bene precedenti ad essi sembrano annullarsi, come il ricordo della tempesta nella pace. Ogni diritto è crudele, ed essi, esercitando il proprio diritto ad essere ciò che furono i loro padri e le loro madri, non fanno altro che confermare, cari come sono alla vita, la lietezza e l’innocenza della vita. Così la conoscenza del male e del bene – la storia, che non è né lieta né innocente – si trova sempre di fronte a questa spietata smemoratezza di chi vive, alla sua sovrana umiltà. Tonino e Graziella si sposano: e chi sa, tace, di fronte alla loro grazia che non vuole sapere. E invece il silenzio è colpevole: e l’augurio a Tonino e a Graziella sia: «Al vostro amore si aggiunga la coscienza del vostro amore». Nel 1963, tra marzo e novembre, Pasolini filmò le interviste e le riprese del documentario Comizi d’amore, titolo definitivo di uno straordinario esempio di cinema d’inchiesta per uno spaccato sul pensiero e i pregiudizi degli italiani in tema di sessualità. Il lavoro portò il regista in diversi ambienti e situazioni sociali e lungo tutto lo Stivale, per un sondaggio «antropologico» che soprattutto nel Sud Italia trovò sacche resistenti di arcaica autenticità popolare. Pier Paolo Pasolini Ama! Secondo Pier Paolo Pasolini Da «Comizi d’amore» (1963), in Per il cinema, a cura di W.Siti e F.Zabagli, I, «Meridiani» Mondadori, Milano 2001
RkJQdWJsaXNoZXIy NTczNjg=